L'ecosistema del Polifonic

Gli ecosistemi sono dinamici, continuamente variabili e intrinsecamente incerti, con molteplici potenzialità per il futuro. Essi sono soprattutto le diverse situazioni ambientali in cui emergono le nostre personalità, attraverso uno scambio di energia tra organismi viventi e sostanze non viventi. Il Polifonic è la chiara espressione del concetto di ecosistema.

Giunto alla sua sesta edizione, il festival è un’esperienza sensoriale in cui il nuovo incontra la tradizione, in una fusione tra la cultura internazionale della selezione musicale e gli scorci armoniosi della Valle d’Itria. Il contesto territoriale pugliese, luogo in cui Polifonic nasce, viene così valorizzato davanti gli occhi di un ricercato pubblico internazionale. Parteciparvi, pertanto, è un continuo scambio culturale e sociale.

È questo ambiente trasversale a favorire una proposta musicale di alto livello in cui disco, house, techno e non solo si intrecciano tra loro. In un Polifonic in versione esaltante come un crescendo rossiniano e in una line up eclettica e dal calibro internazionale spiccano Avalon Emerson, DJ Tennis, Hiver, Kerri Chandler, Marcel Dettmann, Paramida e Z.I.P.P.O. A questi un grande merito: aver ricordato che la musica sia la prima, tra le tante buone ragioni, per cui ritrovarsi qui ogni anno.

La grande novità della sesta edizione è stata la partnership con Boiler Room, il più grande broadcaster di musica online in eventi legati alla musica elettronica e alla club culture.

L’anima del festival abbraccia l’aria mediterranea, in un’atmosfera in cui il territorio non è una semplice cornice ma parte del quadro. La brezza marina nell’opening act a lido Cala Maka, gli ulivi e la storica architettura di Masseria Capece nelle due serate centrali, la sabbia e la vista sul mare nell’evento finale a Le Palme Beachclub: quello che unisce il Polifonic alla Puglia è un legame intenso. Questa visceralità si manifesta nella scelta di proporre, tra le installazioni, l’opera “Germogli”, ideata dal designer e artista Marcantonio per Natuzzi Italia. Essa non è solo un omaggio al connubio tra uomo e natura ma riflette sulla Xylella fastidiosa, problema che attanaglia gli uliveti pugliesi. A tal proposito, parte del ricavato dei biglietti è stato devoluto all’organizzazione no profit Save the Olives. Tra le altre installazioni proposte, spazio anche a Doppelgaenger, Sten&Lex e Daniela Corbascio, Bernardo Palazzo.

Ogni edizione del Polifonic riporta alle sue origini, precisamente alla scelta del suo stesso nome. È evidente il richiamo alla polifonia, termine che, dal greco antico, indica l’insieme di molti suoni. È proprio in questo che si articola il festival: suoni diversi che abbracciano l’anima di diversi scorci mediterranei, più mondi differenti che si incontrano nello stesso contesto. Il Polifonic è l'ecosistema dinamico in cui ritrovare la musica, la natura e soprattutto se stessi.

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